14 marzo 2012

Wagner contro Verdi

Wagner e Verdi: due grandi nomi, due grandi personaggi con idee totalmente differenti, due distinte concezioni sulle finalità che il teatro deve raggiungere e sul ruolo che la musica deve ricoprire. Indubbiamente due grandi geni di nature diverse.

Wagner era noto per la riforma del teatro: il Wort-ton-drama, “teatro totale” di poesia, musica ed azione scenica. Diversamente da altri compositori, tra i quali lo stesso Verdi, Wagner scriveva da sé libretti e sceneggiature per le sue opere. Era un romantico e viveva in pieno il romanticismo musicale. Ne è prova il Tristan und Isolde, dedicato a Matilde von Wesendonk.
Il suo pensiero: Musica è Arte pura.
La sua musica: espressione dell'”inesprimibile”, ciò che non possono esprimere le parole. Il periodo musicale è esteso, ogni nota tende a scorrere senza far mai avvertire la fine: un flusso sonoro continuo, che Wagner amava chiamare “melodia infinita”. Vi si alternano strumenti e temi, motivi musicali ricorrenti del discorso drammatico (Leitmotive), legati a personaggi, stati d’animo, pensieri, passioni. Servono a commentare gesti e situazioni là dove le parole non sono sufficienti.
La sua orchestra: grande per un pubblico colto e ristretto.
Verdi rientra tra i più gradi musicisti della storia della musica. I suoi melodrammi fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. Verdi partecipò attivamente alla vita politica del suo tempo, anche se alla fine emerse una certa disillusione nei confronti della nuova Italia unita, che non era all’altezza delle sue iniziali aspettative.
Verdi fu il simbolo della lotta per l’unità d’Italia. Fu infatti l’unico musicista disposto ad utilizzare le sue opere (Nabucco, Lombardi alla prima Crociata, Ernani) come propaganda politica. Dopo il 1848 anche le opere teatrali furono soggette a censura ma Verdi non si arrese e continuò a comporre opere “mascheratamente” politiche, come Trovatore.
Il suo pensiero: Patria e Libertà tramite Rivoluzione: chi muore per la Patria compie un gesto eroico. La Musica deve riflettere la Storia.
La sua musica: la struttura della melodia è semplice e spontanea, cellule ritmiche ripetute alla fine di ogni periodo e motivi conduttori rendono tutto molto orecchiabile. Musica, testo e “messaggi” semplici e chiari.
La sua orchestra: piccola per un pubblico grande!

Lorenza De Fazio, wagneriana, 3G
Monica Di Somma, verdiana, 3G

10 marzo 2012

Quando la musica racconta...

Verdi e Wagner sono due compositori completamente diversi, sia storicamente che esteticamente. Verdi ha cominciato la sua carriera a Milano. Non fu ammesso al Conservatorio perché “straniero” (veniva dal ducato di Parma!) ma aveva già deciso di scrivere musica. Scrisse due opere, una comica e una seria, senza successo, poi scrisse il Nabucco, su libretto di Solera: un trionfo con 40 repliche. Nelle opere di Verdi il protagonista muore sempre per la libertà. Questo perché Verdi voleva rappresentare i momenti difficili del suo tempo. Credeva infatti che la musica non doveva essere un’arte complessa ma chiara e realistica, e coinvolgere il popolo. Ciò non si può dire di Wagner. Amava la musica forse più di Verdi ma non condivideva le sue riflessioni. Wagner è cresciuto in teatro (suo padre era regista) ed ha inventato il WORT-TOM-DRAMA, una forma di teatro totale. Sosteneva che la musica doveva essere Arte universale, infinita e complessa. Le sue opere mettono in scena avvenimenti mitologici. Il tema è sempre la lotta tra il Bene e il Male. Ogni strumento rappresenta un avvenimento: il corno accompagna Sigfrido nel viaggio sul Reno, il corno inglese, che un vecchio viandante intona lento, annuncia la morte di Tristano e Isotta. La musica lenta, che sembra non finire mai, riesce a “raccontare”, come fosse la colonna sonora di un film molto fantasioso. Personalmente preferisco Wagner: la sua musica è fantastica e ben articolata, la musicalità è molto bella e favorisce tranquillità e serenità, al contrario di Verdi che mette ansia e tensione!.

(Nella foto: interno del teatro wagneriano di Bayreuth)


Sara Cifarelli, 3G

9 marzo 2012

Ideale di Patria

Verdi e Wagner: due nomi, due civiltà (latina e germanica), due distinte concezioni della finalità che il teatro può e deve raggiungere in un ideale d’arte. Verdi riteneva che la musica dovesse riflettere la realtà e i sentimenti umani. Wagner, invece, nato in un ambiente di grandi tradizioni artistiche e culturali, si ispira nella musica ai miti medievali del suo paese. Malgrado queste differenze, entrambi occupano posizioni di rilievo nella storia musicale mondiale. Verdi, vissuto in un periodo di grandi tensioni politiche, rappresentò con le sue opere l’anelito degli italiani progressisti per la libertà e l’indipendenza dell’Italia. Infatti il Nabucco diventò il simbolo delle aspirazioni dei giovani italiani e tuttora il coro del Nabucco è estremamente popolare e amato dagli uomini, non solo per la melodia, ma anche per il significato che rappresenta. Il Trovatore, ricco di sentimenti umani, è il simbolo della lotta politica italiana di quel tempo: Manrico, il patriota, esprime i sentimenti che la zingara suscita in lui, tanto da sacrificarsi per lei (l’Italia). Il conte di Luna, che parteggia per gli austriaci, è un personaggio meschino ed egoista e provoca la morte di suo fratello. Il mondo di Wagner è molto lontano dalla dolorosa realtà umana di Verdi: infatti il suo è un mondo grandioso di regni sotterranei, tesori nascosti, nani, giganti, fanciulle guerriere e spade invincibili, cioè un mondo mitico di pura fantasia; tuttavia come Verdi, riuscì a interpretare l’aspirazione germanica ad una patria ideale, con sinfonie profonde e toccanti.



Giorgia Di Molfetta, 3 G

4 marzo 2012

Schiaccianoci in poesia


Durante un banchetto natalizio
un pupazzetto di pizzo
fa sognare una bambina
di nome Martina.
Lo zucchero diventa neve
e ballando si posa sulle mele.
Il cioccolato
leggiadro e caramellato
si innalza.
E Martina danza.
I chicchi prendon vita
e il caffè ballando
invita Martina a cantar con loro
un brano intitolato: “I chicchi d’oro”.
Si son fatte già le cinque
e Martina, come me,
beve un the con biscottini
buoni e carini
come piccoli pulcini.
I dolci in quantità
volan dal tavolo con velocità
allegri e salterini
come bravi ballerini.
Invadono la casa
sette marionette
con scarpe strette strette
simpatiche e divertenti
come piccoli serpenti.
E’ arrivato il gran finale.
Martina si risveglia...
...è Natale!

Luca Chionna, I F