31 maggio 2016

GRAZIE a tutti...



Cari lettori, l’anno scolastico volge al termine e noi vogliamo estendere un ringraziamento molto affettuoso ai tre impavidi alunni di 3F che con scrupoloso impegno hanno animato la nostra redazione:
a Mario Infantino, il nostro eclettico “filosofo” dell’Arte, cultore di Werther e critico di Zarathustra;
ad Alessandra Massari,  divoratrice di libri, capace di leggere in pochi giorni 200 pagine sul teatro wagneriano (una vera “Prof.”);
a Marco Tenerelli, tenero zelante “notaio” di ogni evento culturale, animatore di ogni discussione storico-letteraria.
Un grazie anche a Denise, Francesco e Vanessa per i loro viaggi nel romanticismo, a Roberta, Stefania, Mariachiara, Alessia, Roberta e Santos per i loro percorsi teatrali, e a voi tutti, intrepidi piccoli scrittori di fantasia, che tra fate e gnomi, cetre e danze ci avete fatto sognare…Con gli auguri di una splendida, favolosa, mitica estate, vi offriamo ora l’ultimo articolo di questo anno scolastico. 
Quello con il “botto”…


Le "primavere" del Romanticismo

«Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all’ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell’ignoto, al finito una apparenza infinita, allora - diceva Novalis, uno dei capostipiti del Romanticismo – “romantizziamo” il mondo....». 
Penso che non ci siano parole migliori per definire questo colossale movimento che, in un clima politico e civile caratterizzato da tendenze reazionarie, riuscirà a dimostrarsi di grandiosa significazione, contribuendo alla  nascita della "cultura del moderno". Il Romanticismo è un impulso di liberazione di energie, è la sostituzione del “sentimento” alla “ragione”, è l’”eccezionale”, il “sentimentale”, il “fantastico”. La contrapposizione dell'inconscio alla conoscenza, del notturno al diurno. Potrei continuare all'infinito poiché, come ci ricorda Friedrich Schlegel, il fondatore del circolo dei romantici, «non basterebbero 125 fogli per definire questo fenomeno!». 
Il movimento abbracciò la letteratura a livello europeo (Manzoni, Foscolo, Leopardi, Madame de Stäel...), la pittura (Hayez, Friedrich, Géricault..), ebbe strette relazioni con la riflessione filosofica contemporanea (L’Io di Fitche, l'Idea di Hegel, l'Assoluto di Schelling...) e la musica. La musica nel Romanticismo "parla tedesco", si fa appassionatamente voce dell'"altro", è l'Arte per eccellenza, in testa alla gerarchia delle Arti perché libera dai doveri di obbedienza agli strumenti espressivi legati alla logica e al reale, quale soprattutto la parola e i suoi reali significati. Il "Sentimento" è il grande protagonista della musica romantica, non più schiavizzato dal significato o dalla ragione ma testimonianza di una conoscibilità alternativa, fatta di fantasia e immaginazione. Forse il termine migliore per definire questa disposizione d'animo è Sehnsucht, ovvero "l'aspirazione struggente, lo struggimento dell'animo", una nostalgia che va oltre gli schemi logico-razionali. L'arte romantica raggiunge il suo culmine con compositori come Richard Wagner, che rende la musica "melodia infinita" in "continuo divenire". Wagner è alla ricerca della Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, fusione completa di canto, recitazione, poesia e arti figurative. La "redenzione  attraverso l'amore" e il "sacrificio dell'eroe" sono alcuni dei temi principali su cui s'impernia l'estetica wagneriana. La “stagione romantica” è anche caratterizzata dall'affermazione del "virtuosismo musicale", i cui massimi esponenti furono Listz e Paganini. Nel virtuoso risiede la facoltà creatrice del “genio”, che si rinnova ogni volta perché il virtuoso è, insieme, improvvisatore e interprete. Il famoso violino (il "Cannone”) di Paganini o il pianoforte Bechstein di Listz diverranno ben presto miti universalmente ascoltati.  Un cenno merita anche Schumann. Se la prima generazione di romantici fu moderata, con Schumann il Romanticismo diviene denso ed esasperato in quanto la sua musica si imprime persino attraverso l'animo infantile. 
"Last but not Least": Chopin. Devo ammetterlo: fin da quando ascoltai per la prima volta Chopin rimasi affascinato. Il "poeta della musica" non scade mai in un vuoto esibizionismo o in manifestazioni di puro edonismo. In ogni Notturno sa toccare le corde più intime dell'animo; con le Polacche sa accendere l'impeto, la rabbia per una Patria perduta. Ecco, forse il motivo per cui "I like Chopin" è il suo stile intimo, nuovo e squisitamente romantico.

Mario Infantino, 3F