Quando si
parla di musica romantica, possiamo pensare che si tratti di una musica soave, dolce
o addirittura sdolcinata. Ma in verità è tutto il contrario!
Ora vi parlerò del percorso che ho affrontato con i miei compagni e di quello che ho imparato grazie alla mia professoressa.
Dopo il Classicismo, la musica cercava nuove ispirazioni. Una nuova fonte di ispirazione fu il Romanticismo, il quale volle evidenziare i sentimenti umani: malinconia, gioia e dolore. Schubert fu uno dei primi compositori a liberare queste emozioni: inizialmente utilizzò ancora le strutture classiche, ma con il passare del tempo nacquero nuovi metodi: si iniziarono a scrivere opere più corte con le quali si voleva coinvolgere l’ascoltatore e i compositori iniziarono a creare opere molto difficili per dimostrare la loro bravura.
Grandi musicisti di questo periodo furono anche Niccolò Paganini, il quale suonava così bene che si pensava che avesse stretto un “patto con il diavolo”, e Franz Liszt che cercava di raggiungere l’impossibile.
I compositori del Romanticismo si ispirarono molto alla letteratura e alla pittura per creare la loro musica. In seguito si aggiunse il melodramma, che divenne fondamentale poiché in esso erano rappresentate le caratteristiche musicali del Romanticismo. In questa epoca nacquero nuovi tipi di opere strumentali come il Notturno, la Ballata, l’improvvisazione.
Per quanto mi riguarda è stato un percorso che mi ha fatto riflettere molto: secondo me, infatti, i musicisti hanno fatto un grande passo storico perché per me un’opera tutta classica, senza emozioni e sentimenti sarebbe vuota, come un’ombra senza corpo o un’opera tutta romantica sarebbe un corpo senza linee. Credo, invece, che Romanticismo e Classicismo si compensino a vicenda e uniti nascondano interiormente sentimento, armonia e dolcezza. Inoltre entrambi trasmettono senza dubbio qualcosa di concreto che attira molto l’ascoltatore.
Ora vi parlerò del percorso che ho affrontato con i miei compagni e di quello che ho imparato grazie alla mia professoressa.
Dopo il Classicismo, la musica cercava nuove ispirazioni. Una nuova fonte di ispirazione fu il Romanticismo, il quale volle evidenziare i sentimenti umani: malinconia, gioia e dolore. Schubert fu uno dei primi compositori a liberare queste emozioni: inizialmente utilizzò ancora le strutture classiche, ma con il passare del tempo nacquero nuovi metodi: si iniziarono a scrivere opere più corte con le quali si voleva coinvolgere l’ascoltatore e i compositori iniziarono a creare opere molto difficili per dimostrare la loro bravura.
Grandi musicisti di questo periodo furono anche Niccolò Paganini, il quale suonava così bene che si pensava che avesse stretto un “patto con il diavolo”, e Franz Liszt che cercava di raggiungere l’impossibile.
I compositori del Romanticismo si ispirarono molto alla letteratura e alla pittura per creare la loro musica. In seguito si aggiunse il melodramma, che divenne fondamentale poiché in esso erano rappresentate le caratteristiche musicali del Romanticismo. In questa epoca nacquero nuovi tipi di opere strumentali come il Notturno, la Ballata, l’improvvisazione.
Per quanto mi riguarda è stato un percorso che mi ha fatto riflettere molto: secondo me, infatti, i musicisti hanno fatto un grande passo storico perché per me un’opera tutta classica, senza emozioni e sentimenti sarebbe vuota, come un’ombra senza corpo o un’opera tutta romantica sarebbe un corpo senza linee. Credo, invece, che Romanticismo e Classicismo si compensino a vicenda e uniti nascondano interiormente sentimento, armonia e dolcezza. Inoltre entrambi trasmettono senza dubbio qualcosa di concreto che attira molto l’ascoltatore.
Denise Colia, 3F