28 novembre 2013

Incomincia lo spettacolo...

Tutti a teatro con il “Carnevale degli animali” di Camille Saint-Saens, una divertente suite per due pianoforti e piccola orchestra, che attiva la fantasia...
Due pianoforti accompagnano il sipario, che lentamente si apre creando un’atmosfera magica. Chi c’è? Una tartaruga in tutù... ed è tutta contenta! L’orchestra incomincia a suonare il Cancan... ma è lentissimo...! La tartaruga balla felice ma poi... che succede?... perde il ritmo... si ferma... poverina! ora piange triste e, sconfitta dall’imbarazzo, esce di scena... Un gallo va a posizionarsi sul fondo del palco. Al suo kikkirikì un gruppo di galline agitate entra freneticamente in scena con un gran baccano mentre “lui”, indifferente, le osserva... un altro kikkirikì e tutti si ritirano! Un asino tutto fiero raglia e raglia e raglia, sostenuto da un violino con note acute e basse. Poi si rende conto di non saper fare altro che ragliare e se ne va triste... Come se non bastasse entra con aria funebre un minuto cucù e intona una delle sue “marce funebri” che lo rende ancora più triste... Un vecchio imbronciato e un ragazzo sono al pianoforte: scale, scale, e su e giù ancora scale, sempre più veloci... Ma il vecchio maestro non si accontenta mai? Fossili di dinosauro si animano in un rapido ballo; uno xilofono accompagna allegro le ossa che scricchiolano. Canguri guardinghi sospettano del pubblico... saltano basso, poi prendono la mano e vanno più in alto, ma subito si nascondono per timidezza. Entrano tigri, gazzelle e ghepardi... corrono in cerchio velocissimi e... vanno via... Non può mancare il Re: leone e leonesse, con tanto di corte. Il leone ruggisce, i cuccioli cercano di imitarlo ma finiscono con l’inciampare tutti insieme. Che confusione! Simpatici uccellini colorati cinguettano e svolazzano, delicati pesciolini nuotano e danzano, creando, al soave suono del pianoforte, bollicine d’aria e d’acqua... Un romantico cigno soffre per amore... Ora tutti ritornano a salutare il pubblico, si inchinano ed escono... Il sogno è finito...!

Alessandra Massari, 1F

12 novembre 2013

Una piccola musica notturna

Eine kleine Nachtmusik K.525 di W.A.Mozart è una composizione per orchestra con lo schema della sinfonia. E’ formata, infatti, da quattro tempi: l'allegro, l'adagio, l'allegretto e nuovamente l'allegro. L'allegro iniziale viene eseguito attraverso un’esposizione, uno sviluppo e una ripresa. Nell'esposizione troviamo un primo tema dal carattere forte ed un secondo tema dal carattere debole, collegati dal ponte, che in genere è formato da scale musicali; infine c'è la coda, che solitamente richiama, con applicate modifiche, uno dei due temi. Dopo aver ripetuto l'esposizione per sottolinearne i temi, il musicista li “sviluppa” in libera interpretazione; quindi li “riprende”, congiunti dal ponte e conclusi con una coda finale, ricca di nuovi accordi.
Il secondo tempo, l'adagio, è lento e melodico e senza alcuno sviluppo: i temi, infatti, vengono sono esposti. Ha la forma del Rondò: tre lunghe melodie (A, B, C), diverse tra loro, vengono alternate secondo lo schema A B A C A e concluse, anche qui, con una breve coda. L'allegretto, il terzo tempo, in Mozart è un minuetto.  Questo tempo, eseguito nei giardini o nei palazzi reali, dava la possibilità a chi ascoltava di ballare.
Segue, infatti, lo schema tripartito della danza: nella prima parte si cammina e ci si inchina, nella seconda si eseguono giravolte, nella terza si ripetono i passi iniziali. L’allegro finale è vivace e brillante. Tra i temi dell’allegro, le melodie dell'adagio e le sequenze dell'allegretto troviamo molte somiglianze perché Mozart aveva una maniera giocosa di comporre ripetendo più volte melodie, capovolgendole, eseguendole al contrario, modificandole e aggiungendo sempre note nuove. Possiamo definire la sinfonia un romanzo con due personaggi (i due temi dell’allegro iniziale) che recitano ed agiscono durante l’intera composizione. Ho trovato questo brano sereno e fantasioso, a differenza del Dies irae (il canto medievale che parla del giorno del giudizio universale, il giorno in cui Dio interverrà e tutto sarà giudicato severamente) inserito nel Requiem insieme al Kyrie, al Sanctus e all’Agnus Dei. La musica sacra, infatti, è complessa e molto difficile da comporre per un musicista perché non ha libera ispirazione e deve essere scritta per un organico strumentale molto grande, con orchestra e coro polifonico. Secondo me, per comporre questo genere di musica i musicisti dovevano avvicinarsi al mondo dell'aldilà. Mozart compose come ultima opera il suo Requiem, assillato da uno sconosciuto che ne aveva ordinato la composizione. Questi di volta in volta si presentava a dargli fretta ma Mozart, turbato e ormai stanco, non riuscì a terminare il suo canto funebre. Morendo lasciò incompiuto il suo capolavoro.
Silvia Lorusso, 3F