22 gennaio 2011

Lettura della Quinta Sinfonia di Beethoven


Ludwig van Beethoven, uomo di cultura, serio, severo, grande musicista e compositore, sfoggia tutta la sua bravura e la sua passione con la Quinta Sinfonia, frutto di coraggio, di fantasia, ma soprattutto di grandi sofferenze.

Siamo negli anni 1804-1808: il Maestro sta diventando sordo. Vive in totale solitudine e la Musica rimane il suo unico mezzo di espressione. Così scrive la “Sinfonia del Destino” raccontandoci, con un’orchestra ingrandita fino a 80 elementi, le emozioni, le sofferenze e la lotta dell’Uomo contro le forze avverse del Destino.

La Sinfonia è divisa in 4 tempi. Nel Primo tempo il destino “bussa alla porta”: la musica ha colore scuro, tenebroso, incute paura. Un turbinio di violenza inaudita si scaglia con forza decisa sullo spettatore con un timbro sonoro molto duro, frazionato in continui colpi di percussioni e bilanciato dal dolce suono di viole e violoncelli (gli strumenti preferiti di Beethoven), con qua e là “assoli” di corni e di oboe.

Nel Secondo tempo (nell'Andante con moto) il musicista sembra schiacciato e oppresso dal peso del destino. La musica è più lenta, dolorosa e soffocata, con brevi scatti forti e veloci.

Nel Terzo tempo avviene la reazione: l’uomo, stanco di soffrire, è pronto a riscattarsi e decide di combattere fino alla fine. La musica è vivace, accesa, viva nel contrasto delle sue forze opposte: forte ed ampiamente ritmata, è ora la vera padrona di tutto in questa lotta eterna. Un crescendo emozionante ci introduce nell’ultimo tempo, nell'Allegro finale: una melodia carica di sentimento e di coraggio, suonata in prevalenza sulla scala ascendente di Do maggiore, sancisce la vittoria finale dell’Uomo sul Destino. La musica è trionfale, l’orchestra esplode in suoni e colori, il ritmo accelera, le viole suonano all’impazzata, le percussioni tuonano, mentre la voce del Destino si fa sempre più sorda, schiacciata dalla musica possente dell’Uomo, fino a svanire nel nulla.

E finalmente, nella melodia di coda, l’Uomo trionfa.

Allegoria della forza del Bene che sconfigge il Male.

Luca Alfonso, 3 G

6 gennaio 2011

Il violino d'oro


C’era una volta un ragazzo molto povero che amava la musica. I suoi genitori erano morti e i suoi parenti lo avevano abbandonato. Un giorno per la fame incominciò a rubare un po’ di cibo; poi volle spingersi più in alto e decise di derubare il re. Organizzò tutto con i suoi amici poveri. Anche il re amava la musica, anzi era famoso proprio per questo. Il ragazzo riuscì ad entrare nel castello e per la prima volta nella sua vita vide un violino, ma non un violino qualunque: era un violino ricoperto d’oro! Provò a suonarlo... che meraviglia! Il re lo sentì, ma anche le guardie lo sentirono e lo arrestarono. Una volta in prigione il re andò a parlargli e gli fece una proposta: diventare il suo Maestro di Corte. Il giovane accettò. Studiò tanto su quel violino d’oro e diventò uno dei migliori Maestri di Corte d’Europa. E fu felice e soddisfatto di se stesso perché, lavorando sodo, era riuscito a realizzare il suo sogno. Ogni re di ogni paese lo avrebbe voluto con sé ma lui rimase nella città dove era nato e rimase lì fino alla morte.

Pierpaolo Martino, 2G

Amore


Vienna antica ... festa da ballo ...

Una dolce fanciulla, timida e bella, balla con il giovane principe. Ballano e ballano senza stancarsi mai ... conducono il ballo e non sbagliano un passo ... non sentono altro se non la musica e il battito del proprio cuore ... Sembrano ballare dentro una sfera, non si accorgono del tempo che passa ...

E’ tardi, l’orchestra va via, ormai stanca per aver suonato tutta la sera. Il salone è deserto ma loro continuano a ballare ... non si possono più fermare perché l’incanto è troppo forte! E la sfera si muove, si alza, vola, vola molto in alto, lontano dal castello, lasciando dietro solo una scia dorata. Volano verso la luna ... una stella si illumina e poi sparisce ... ora sono insieme e non importa dove.

Questo è Amore!

Lorenza De Fazio, 2G


Il principe cavaliere

C’era una volta un principe cavaliere molto fedele al suo re. Era molto bravo in guerra ma aveva anche un’altra passione: la musica. Suo padre, il re, credeva però che fosse molto portato per la guerra. Il cavaliere suonava il suo violino di notte e di nascosto, per non farsi scoprire. Ma anche il re di notte si divertiva a fare il “musicista”, e nessuno lo sapeva. Una notte i due, rinchiusi in stanze diverse del castello, suonarono insieme: il cavaliere suonava guardando le stelle, il re si domandava in cuor suo chi fosse l’altro musicista. La loro musica era in tale sintonia che sembrava provenire da uno strumento solo. Il giorno dopo il cavaliere confessò al padre il suo segreto. Il re fu molto felice ed insieme formarono una piccola orchestra.

Da allora la dinastia fu di musicisti.

Giulio Mercoledisanto, 2G

Le tre storie sono state realizzate in classe sull'ascolto di

Eine kleine Nachtmusik K.525 di W.A.MOZART