22 febbraio 2016

Libiam ne' lieti calici...


 Libiam ne' lieti calici
che la bellezza infiora,
e la fuggevol ora
s'inebri a voluttà.

Questo brindisi a ritmo di valzer ci riporta al capolavoro verdiano: La Traviata. 
Conosciamo tutti l'immortale storia d'amore tra la bellissima e infelice Violetta e il complesso e raffinato Alfredo ma vederla in diretta dal Royal Opera House di Londra è tutta un'altra cosa! Ne ho viste tante di opere ma questa, in particolare, mi ha coinvolto anche dal punto di vista emotivo. Violetta, donna "traviata", pur rappresentando la negazione dell'amore, ama veramente. La forza dell'opera è completamente concentrata sull'amore. Quell'amore che lei chiama: Gioia ch'io non conobbi, essere amata amando. Quell'amore che nel finale tipicamente "verdiano" fa sperare nel miracolo quando la giovane, proprio nel momento in cui dice di sentirsi meglio, in realtà muore.

Mario Infantino, 3F 

13 febbraio 2016

Viaggio nel Romanticismo

Il movimento culturale del Romanticismo nasce in Europa nei primi anni del 1800 come forma letteraria, artistica e musicale. È caratterizzato da tutto ciò che gli illuministi respingevano: il sentimento, la libertà d’espressione, la passione. Non rispetta le idee del movimento che lo ha preceduto, uscendo del tutto dallo “schema di vita” che persisteva nel secolo precedente. Inizialmente questo movimento culturale venne inteso in modo dispregiativo come un “eccesso” di esaltazione della fantasia ed entrò in Italia con non poche difficoltà. Non venne, infatti, accettato da tutti, specialmente dagli intellettuali, abituati alla monotonia di pensiero che aveva caratterizzato il 1700.  Gli ideali messi in risalto dal Romanticismo sono: l’esaltazione dell’uomo e il sentimento, fulcro dell’epoca, parte “vivente” della propria vita, capace di mettere in crisi i vecchi ideali; la fantasia, il progresso, la felicità e la giustizia prendono il sopravvento, diventando parte integrante della vita del popolo. Il sentimento trova espressione anche verso la patria, la gloria e l’eroismo romantico. Altro punto saliente è la religione, capace di dare un senso alla vita, nella quale si rifugia lo stesso Alessandro Manzoni dopo svariate delusioni; ci si dedica ormai ad un’altra dimensione, soprannaturale, magica, occulta, sconosciuta. I romantici creano un vero e proprio rapporto con la natura, intesa come organismo vivente di cui l’uomo fa parte e in cui spesso si rifugia, perdendo il contatto con il mondo reale. Al contrario del periodo illuminista, il Romanticismo porta al centro della vita dei cittadini la Storia, vista come evoluzione e progresso; il movimento sente il senso della nazione, non solo come entità geografica e politica, ma anche spirituale e culturale. Gli artisti romantici esaltano l’immaginazione trascurando regole e schemi, esprimendosi liberamente. Un esempio ne è Il Viandante sul mare di nebbia (nella foto) del pittore tedesco Friedrich, che porta l’uomo ad una visione del tutto diversa della vita. In più gli artisti non lavorano più alle dipendenze di principi o corti, ma come liberi professionisti, così come anche i musicisti, utilizzando vari stili, sempre con tocco personale, come lo stile comico, lo stile sentimentale ed empatico, e uno stile tragico, che va in netto contrasto con gli ideali del periodo, pur mantenendo, nel complesso, una giusta armonia. La musica è considerata l’arte per eccellenza, che dà adito alla fantasia e all’immaginazione. Viene eseguita in grandi teatri o in case borghesi, e lo strumento prevalente è il pianoforte, che amplia maggiormente la libertà del musicista. Il ballo è un altro elemento importante del periodo romantico: il walzer, infatti, è molto di moda nei salotti nobili. Si afferma il poema sinfonico, ricco di aspetti autobiografici, naturalistici e artistici. Tra i maggiori esponenti in musica del periodo vogliamo citare Ludwig van Beethoven, che con il suo modo di comporre ha marcato definitivamente gli ideali romantici; egli compone le sonate per pianoforte, i grandi concerti per pianoforte e orchestra e nove sinfonie, tra le quali la Corale, l’unica accompagnata dal coro, in cui vuole evidenziare quattro punti fondamentali: la creazione dell’universo, l’uomo, l’amore, e l’Inno alla gioia, poi inno europeo, per rappresentare la fratellanza universale e renderne partecipe tutta l’umanità. Beethoven non dà spazio alle regole seguite e imposte nel secolo precedente ma realizza una “musica propria”, in cui esprime tutto se stesso e le varie emozioni che l’uomo prova, dall’eroismo all’amore, adeguandosi perfino ad uno stile delicato e armonioso, quasi angelico, integrato perfettamente con il resto delle sue composizioni. In questo periodo, ritroviamo anche Franz Schubert, contemporaneo di Beethoven ma artista di un mondo completamente opposto, che si allontana totalmente dalla espressività di Beethoven. Viene, infatti, denominato “l’ultimo degli innocenti”!. La sua musica è caratterizzata dalla presenza e dall’essenza di un sentimento estremamente delicato, armonioso e piacevole. 

Schubert (nella foto) è capace di trasformare un qualsiasi verso poetico in opera musicale, rendendo un’idea del tutto diversa da quella che rende la sola frase. I suoi componimenti più famosi sono i quasi mille Lieder, poesie scritte da diversi autori,  accompagnate dalla musica che ne descrive immagini e sentimenti. Tra i più noti: l’Avemaria, una preghiera dalle note intense e commoventi, In Primavera, un Lied ricco di immagini, che esprime una giovinezza che nel tempo va spegnendosi, e ricorda Il sabato del villaggio di Leopardi (un Lied tanto pacato che sembra vestire i versi con un velo, rendendo l’idea di una illusione lontana), e  Il Re degli Elfi, una ballata su testo di Goethe che incute timore e terrore, e che racconta di un bambino la cui anima viene rubata dal perfido re degli elfi senza che il padre si accorga di nulla. Nel Viaggio d’inverno, un ciclo di 24 Lieder per canto e pianoforte, protagonista è il viandante  in cerca di pace che si rifugia nella notte con un profondo senso di solitudine fin quando, alla fine del suo viaggio, non incontra un uomo con l’organetto, deluso come la vita che ripete il suo ciclo. Come nell’allegoria della lirica Il cielo ha versato una lacrima (che canta di una conchiglia che custodisce una lacrima del cielo trasformandola in perla per difenderla dalle avversità delle correnti marine), così Schubert, con la sua musica, ci conduce a importanti riflessioni sulla vita, sulla morte, sul ripetersi delle emozioni, per custodire nel cuore, come fossero una perla, ogni gioia e ogni dolore.


Dal punto di vista letterario, nel Romanticismo incontriamo Ugo Foscolo, che tratta i temi dell’esilio, della morte e della nostalgia, espressi nei suoi versi in maniera eclatante, sottolineando i sentimenti che prova mentre scrive; e Giacomo Leopardi (nella foto), che tratta la natura in tutte le sue sfaccettature, interpretandola come donatrice di vita, incantevole, benevola e, allo stesso tempo, distruttrice, che toglie all’uomo tutto ciò che ha di bello. Altro suo grande tema letterario è la solitudine, la delusione, il rimpianto, realtà che egli vive per tutta la sua esistenza, specialmente nel periodo giovanile, con un costante senso di abbandono e di rimpianto per ciò che non avrà in futuro, al punto di giudicare la sua vita inutile e sofferente, priva di senso, e di disprezzarla, considerandola così poco da poterne fare a meno. Leopardi ci dà un avvertimento chiaro ed esplicito: goderci la giovinezza adesso, in tutte le sue sfaccettature, e non aspettare con ansia il domani, e l’età adulta, perché presto potremmo rimpiangere il tempo perso e il futuro potrebbe anche deludere le nostre aspettative. 
I temi del Romanticismo sono tanti, ma il fulcro di tutto l’universo romantico, del suo modo di pensare e di vivere, sono i sentimenti, che sono infiniti, espressi in tutte le loro sfaccettature, dall’illusione  all’incanto, dalla felicità alla tristezza, all’amarezza, al dolore.

Vanessa Corallo, 3F