Giornalista: Signor Mozart, dov’è nato?
Mozart: a Salisburgo, una sera di gennaio del 1756. Faceva freddo, sa?
G: lo immagino! Ho sentito dire che ha una sorella che è molto brava a suonare il clavicembalo.
M: infatti! Si chiama Nannerl ed è più grande di me di 5 anni. Mio padre Leopold è molto fiero di noi!
G: mi parli un po’ del suo talento.
M: da quando avevo 5 anni ho iniziato a comporre piccoli pezzi e mio padre li segnava tutti su un quaderno. Poi pian piano ho imparato a fare molte cose, ma devo tutto a lui, che per me ha rinunciato al suo lavoro.
G: ha viaggiato molto?
M: si può dire che abbia passato la mia vita su una carrozza! Sono andato a Vienna, Monaco, Parigi, Roma e Londra per suonare davanti a principi e altra gente importante, ma non ho suonato solo lì perché ad ogni corte che incontravamo durante il viaggio ci fermavamo e facevamo qualche spettacolo. Ho ancora mal di cavallo per quanto ho viaggiato!
G: c’era una paga?
M: ma certo! ricevevo denaro, abiti sontuosi, o solo ospitalità.
G: ha fatto una bella vita quindi, non è vero?
M: diciamo di sì, anche se per tutti questi viaggi la mia salute è diventata molto fragile!
G: ha mai partecipato a qualche “sfida”?
M: certo e, modestamente, ho sempre vinto!
G: complimenti!
M: grazie!
G: ancora una domanda: ha mai litigato con qualcuno?
M: sì, con l’Arcivescovo che per un po’ è stato mio datore di lavoro. Gli avevo chiesto se potevo andare in Italia per vedere alcune novità, come per esempio il pianoforte (strumento che so suonare discretamente), il teatro, la stamperia musicale e non ricordo che altro, e lui mi diede il permesso per andarci solo per poco tempo. Io, però, ci sono rimasto per … qualche anno! A questo punto mi arriva una lettera in cui mi si invita a tornare a Salisburgo; al mio arrivo, e dopo una bella ramanzina, ho chiesto le dimissioni ed un servo dell’Arcivescovo mi ha dato un calcione nel sedere che mi fa ancora male! Piuttosto, se incontra il nobiluomo, gli dica che mi deve pagare il gesso!
G: povero, il nostro Mozart!
M: ma che fa, mi prende in giro?
G: non lo farei mai! A proposito, lei è sposato? Conosco ragazze che vorrebbero conoscerla…
M: veramente sono già sposato. Una storia complicata. Io volavo sposarmi con quella che ora è mia cognata ma quel vecchio mostro di mio suocero me lo ha impedito e mi ha dato in sposa mia moglie Costanza!
G: capisco! Mi hanno detto che nel 1791 ha composto “Il flauto magico”, non è così?
M: esatto! Pensi che quel fetente di Antonio Salieri era sicuro che io fossi più fetente di lui e che gli avrei soffiato il prestigioso posto di lavoro, ma io non l’ho fatto. Alla fine ha capito che sono un genio, ma io mi sento una persona qualunque, un normale cittadino …
G: so che fa parte di una associazione segreta...
M: sì, è vero, ma è un segreto!
G: e posso saperne il nome?
M: no, è un segreto! L’unica cosa che le posso dirle è che ho scritto un’Opera su questo club. Sa che tempo fa ho avuto una febbriciattola ed è arrivato un tizio che mi ha detto di compormi un Requiem? Pensi che sfacciato!
G: già! ora però mi deve scusare. Vado di gran fretta!
M: bene, arrivederci, e si ricordi del messaggio all’Arcivescovo: … il gesso!
Grazia Germano, 3G