Unica sinfonia in 5 tempi, paragonabile ad un vero e proprio racconto con protagonista la Natura come manifestazione divina, è stata scritta da Beethoven nei boschi di Vienna negli stessi anni della Quinta. La musica attacca lenta, dolce e ritmata, in grado di evocare luoghi mitologici con creature fantastiche. Il temporale del quarto movimento è preannunciato da un ritmo sinistro per poi esplodere, scandito dagli strumenti del registro grave che suonano senza sosta, come una violenta scarica di pioggia. Quindi il ritmo rallenta fino all’introduzione del quinto tempo (della “pastorale”), sul suono continuo dei violoncelli in dialogo con flauti e corni.
Giovanni Annicchini, 3F
E’ una sinfonia tranquilla ma vigorosa, composta insieme alla Quinta che però, a differenza di questa, è molto forte e violenta, come se Beethoven volesse scaricarvi dentro tutta la sua rabbia. La Sesta è allegoria di vita. Il musicista crea un racconto, il racconto della vita, forse la sua: la serenità dell’infanzia, la spensieratezza della giovinezza, il vigore della maturità e del successo, la tragedia del destino (per lui la sordità) ed infine il ritorno del sole, ovvero il ritorno alla serenità. Un’opera molto bella nel paragone tra le manifestazioni della natura e i fatti della vita!
Francesco Pergolizzi, 3 F
La Sesta riproduce i suoni della natura. Inizialmente è tranquilla, spensierata come una festa; tutto è dolce e sereno come la vita. Poi pian piano tutto si trasforma in una tempesta cupa, buia, triste, un insieme di rumori. Ma quando lentamente il temporale si allontana tutto sembra rinato, più fresco, più bello, perfetto: una natura fantastica che torna a risuonare tranquilla.
Chiara Bosco, 3F