26 novembre 2015

Io e Beethoven



La Nona sinfonia è l’opera più grande di Beethoven, la storia del mondo. L’ultima e la più gloriosa delle sinfonie.
Alessandra Massari, 3F

Nella Nona sinfonia, ricca di sentimento, è presente perfino l’immagine di Dio.
Francesco Savino, 3F

Nella Nona sinfonia Beethoven è come trasportato da una forza celestiale, da una luce divina. Lo riscontriamo soprattutto nel grande Adagio del Terzo tempo, dove la musica è così angelica che non sembra composta da persona umana.
Beethoven “crea” il suo mondo ponendo al centro del proprio “creato” l’uomo così come, in campo artistico, aveva fatto Johann Caspar Friedrich nel dipinto Il viandante sul mare di nebbia.
Flavio Colaianni, 3F

Ho ascoltato per la prima volta la Nona sinfonia mentre assistevo alla proiezione del film Io e Beethoven. Difficile non esserne coinvolti. A me, persona priva di conoscenze musicali, si presentò come qualcosa di magico, di enigmatico.
La musica classica ha fatto da colonna sonora ai generi cinematografici più disparati, dal colossal 2001 Odissea nello spazio (con Così parlò Zarathustra di Richard Strauss) al drammatico e intenso Philadelphia (con La mamma morta) e, ancora, con l’intellettuale felliniano Steiner che suona Bach prima di suicidarsi nella Dolce vita. Ma la musica di Beethoven non può limitarsi a fare da sfondo a un bel film… è un vero e proprio “godimento acustico”! Non ha bisogno di uno schermo davanti: chiudi gli occhi e ogni nota ti richiama brutalmente alla vita.
Tolstoj la definì definita “lo strumento più raffinato per eccitare la lasciva dei sensi”. E pensare che questa Sinfonia, proprio perché priva di schemi, è stata associata alla violenza, alla follia… 
Est modus in rebus?
Mario Infantino, 3F