La Cecchina, conosciuta anche con il
nome la buona figliola è una commedia scritta da Carlo Goldoni a Roma e
musicata dal celebre musicista barese Niccolò Piccinni. Si dice che l’opera sia
stata scritta in tempi molto brevi, solo 18 giorni, e che sia stata messa in
scena per la prima volta nel febbraio 1760 nel “Teatro delle Dame” di Roma, con
un cast interamente maschile poiché le donne non avevano ancora la possibilità
di recitare.
Protagonista di questi tre famosi atti
è, come ci suggerisce il titolo dell’opera, la giovane Cecchina, una
giardiniera dall’animo dolce e sensibile e dai modi di fare aggraziati, simili
a quelli di una principessa.Lei lavora nella casa del Marchese della
Conchiglia, nobile del quale si innamora perdutamente. Il giovane ricambia i
sentimenti di Cecchina ma i due non possono sposarsi perché appartengono a due
classi sociali differenti.
Dopo aver scoperto ciò, la perfida
Lucinda, sorella del Marchese della Conchiglia, manda via la povera Cecchina
che viene dapprima arrestata e successivamente liberata da un gruppo di
contadini capeggiati da Mengotto, un altro giovane di lei invaghito.
Disperata la fanciulla si rifugia nel bosco dove viene consolata da alcuni
uccellini e animali del luogo.
Cecchina è, dunque, tanto bella quanto
triste e sola, allontanata ormai dalla propria abitazione, dai propri affetti e
dal bel Marchese che la cerca invano.
In città, nel frattempo, arriva un
corazziere tedesco, Tagliaferro, alla ricerca della “figlia perduta”, abbandonata quando era molto
piccola. La ragazza era facilmente riconoscibile grazie
alla presenza sulla sua caviglia di una particolare e alquanto insolita voglia
a forma di farfalla...
Indovinate un po’? Esatto, si tratta proprio
della nostra Cecchina, che, rivelate le sue vere origini, può finalmente
coronare il suo sogno: sposare il Marchese della Conchiglia perdonando la
calunniatrice. A questo punto la storia non può che concludersi nel migliore
dei modi.
Come consuetudine nelle commedie del 1700,
anche nella Cecchina riconosciamo “recitativi secchi”, caratterizzati solo
dal suono metallico del clavicembalo e “recitativi accompagnati”, riconoscibili
grazie all’intervento di tutta l’orchestra, dove i personaggi danno libero
sfogo ai propri sentimenti.
Il successo dell’opera è tale da far
nascere una vera e propria moda in tutta Europa, dove ci si vestiva “alla
Cecchina” e si intitolavano locali e caffè con questo nome.
Insomma, la Cecchina piacque talmente
tanto da convincere la regina Maria Antonietta ad invitare Piccinni alla corte
francese.
Forse i creatori di Biancaneve, la
principessa della celebre fiaba, si sono ispirati proprio al personaggio di Cecchina, data la particolare attitudine delle due fanciulle nel riuscire a
rifugiarsi tra gli alberi e il canto acuto degli uccelli nei momenti di
sconforto?
Mariachiara Andreula 2F