Giuseppe Verdi e
Richard Wagner erano coetanei, entrambi nati nel 1813.
Le similitudini fra
questi due geni della musica si fermano al fatto di avere entrambi dedicato la
loro attenzione quasi esclusivamente al genere operistico e di averlo fatto
animati da spirito rivoluzionario e nel segno del rafforzamento delle
rispettive identità nazionali di appartenenza; nazioni, Germania e Italia, a
loro volta accomunate da un percorso contemporaneo di unificazione. Proprio nel
diverso approccio alle tematiche identitarie risiede una prima vistosa
differenza fra i due grandi compositori: Verdi, ben lontano da ogni retorica e
propaganda nazionalista, era mosso dalla necessità di affermare
l’autodeterminazione degli Italiani contro il dominio straniero e di creare una
coscienza nazionale che fosse veicolo di convivenza solidale e giustizia
sociale nella nuova Italia; Wagner era più interessato ad agire sull'inconscio,
proponendo una metafisica dei simboli in grado di esaltare lo spirito tedesco,
illuminandolo di un’aura messianica.
Questa differenza di
approccio identitario si chiarisce maggiormente esaminando la differente
ricerca teatrale dei due compositori. Verdi intendeva realizzare un Teatro
d’Opera che si inserisse, nobilitandola, nella tradizione moderna borghese, da
Shakespeare a Hugo; per farlo aveva bisogno di realizzare una sintesi fra
parola e musica che potesse essere compresa nell'azione scenica. Da qui,
l’ossessiva ricerca di un poeta per musica ideale, in grado di dare voce
all'esatta idea teatrale del maestro. Wagner era interessato, invece, alla
possibilità di creare, nel Teatro, grazie alla sua innata “multimedialità”, l’Opera
d’Arte totale. Il suo Teatro, più che nella scena, si realizzava nella psiche
del pubblico, attraverso la potenza evocativa del mito e della musica.
Il flusso musicale che
abbatteva le convenienze e le convinzioni teatrali non si preoccupava
dell’immedesimazione e dell’intrattenimento del pubblico; il dramma veniva
astratto e la parola, essendo parte integrante del flusso sonoro, non poteva
che essere scritta dalla stessa penna del musicista. Il Teatro di Wagner è un
ritorno alle origini, alla ritualità religiosa; quello di Verdi si inserisce,
rinnovandola, nella tradizione teatrale moderna.
In Wagner, il musicista
prevale sull'uomo di teatro; le sue innovazioni rivestono un interesse
squisitamente musicale. Verdi, invece, ha realizzato una sintesi ineguagliabile
tra musicista e uomo di teatro; il suo lavoro è nel segno della mediazione fra
genio artistico e pubblico.
Gaia Pascali, 3F