Richard Wagner è un famoso musicista tedesco. Durante la sua
proficua carriera ha composto varie opere liriche dal notevole spessore, molto
apprezzate dal pubblico. Una delle sue opere più famose è L’Olandese
Volante (nota, nella versione italiana, anche come Il vascello
fantasma), composta tra il 1839 ed il 1841 e andata in scena per la prima
volta a Dresda il 2 gennaio 1843, sotto la direzione dello stesso autore. L’abbiamo seguita
dal vivo al Teatro Petruzzelli.
Già dai primi minuti della lunga ouverture
si viene trascinati all'interno dell’opera con il tema principale - che verrà
poi spesso ripetuto nel corso dei tre atti, quando si nomina il protagonista –
e la musica, travolgente sotto la minaccia della tempesta, si addolcisce per il
canto dei marinai per poi abbandonarsi alla dolcezza dell’amore, che richiama
la successiva ballata di Senta, intervallata dalla potenza della tempesta che ritorna prepotentemente.
L’opera prosegue con il Primo atto nel
quale il padre di Senta, Dalan, capitano di una nave che deve attraccare a
causa di una tempesta, incontra l’Olandese, approdato dopo altri 7 anni di
peregrinazione. Egli ha ricevuto un castigo divino per aver maledetto Dio a causa delle difficoltà riscontrate nel
superare il Capo di Buona Speranza durante
una tempesta: navigare senza meta per tutto il resto della vita. L’unica
possibilità di redenzione è trovare una donna che, restandogli fedele per
sempre, gli consentirà di ottenere la libertà. Il buon Dalan gli offre la mano
della figlia Senta, abbagliato dai tesori che l’Olandese gli fa vedere sul suo
vascello. Senta, che è invece amata da Erik, è invaghita proprio dell’Olandese,
che lei non conosce di persona, ma la cui storia la affascina e intenerisce,
sentendosi da tempo già destinata a lui. Non le sembrerà vero accettare l’Olandese
in sposo e realizzare così il sogno della sua vita. La parte più famosa di
questo secondo atto è la ballata di Senta, in cui lei racconta alle sue
amiche le vicissitudini che hanno portato l’Olandese ad essere condannato nel
suo girovagare. Nel Terzo atto, però, l’Olandese dubita della fedeltà di Senta
e la ripudia. Disperata, Senta si sacrifica pur di aiutare l’uomo che ama, annegando
nel mare: la sua morte per amore libererà l’Olandese dalla maledizione.
Contrastanti i sentimenti che l’opera
ha suscitato in me: da una sensazione di maestosità e grandezza, data dalla
melodia del tema principale, a quella di enorme tenerezza provata per la povera
Senta sia quando narra la sua passione per l’Olandese, sia quando si sacrifica
per amore, oltre che di timore ed impotenza al riprodursi della furia crescente
della tempesta.
Molto particolare,
poi, la presenza di sole voci maschili in
tutto il Primo atto, tra le quali si
distingue il coro dei marinai che mi ha
molto affascinata, contrapposto poi al coro di sole voci femminili del Secondo
atto, nel quale il racconto della storia del vascello fantasma da parte della
protagonista (la ballata di Senta) mi è rimasto impresso per la sua tristezza, ma
anche per la passione e l’amore con cui la ragazza narra alle donne la sventura
che ha colpito l’Olandese, del quale è già perdutamente innamorata.
Wagner, con il
suo stile di composizione, che alterna momenti dolci e delicati ad altri
passionali e impetuosi, mi riporta alla mente il pittore van Gogh, il quale,
tramite colori vivaci complementari, riesce a ricreare spazi senza fare una
fedele e reale riproduzione della realtà. Queste caratteristiche le riscontro sia
nell'animo inquieto e tormentato del pittore olandese sia in quello dello
scrittore Alessandro Manzoni, che compose il più grande romanzo storico della
letteratura italiana, alternando momenti di tenerezza a momenti di riflessione
e di tumultuosa descrizione dell’animo umano, proprio come Van Gogh con le sue
veloci pennellate e Wagner con le musiche imponenti.
Sara Stornelli,
3F