6 marzo 2018

L'Olandese volante


Richard Wagner è un famoso musicista tedesco. Durante la sua proficua carriera ha composto varie opere liriche dal notevole spessore, molto apprezzate dal pubblico. Una delle sue opere più famose è L’Olandese Volante (nota, nella versione italiana, anche come Il vascello fantasma), composta tra il 1839 ed il 1841 e andata in scena per la prima volta a Dresda il 2 gennaio 1843, sotto la direzione dello stesso autore. L’abbiamo seguita dal vivo al Teatro Petruzzelli.
Già dai primi minuti della lunga ouverture si viene trascinati all'interno dell’opera con il tema principale - che verrà poi spesso ripetuto nel corso dei tre atti, quando si nomina il protagonista – e la musica, travolgente sotto la minaccia della tempesta, si addolcisce per il canto dei marinai per poi abbandonarsi alla dolcezza dell’amore, che richiama la successiva ballata di Senta, intervallata dalla potenza della tempesta che ritorna prepotentemente.
L’opera prosegue con il Primo atto nel quale il padre di Senta, Dalan, capitano di una nave che deve attraccare a causa di una tempesta, incontra l’Olandese, approdato dopo altri 7 anni di peregrinazione. Egli ha ricevuto un castigo divino per aver maledetto Dio a causa delle difficoltà riscontrate nel superare il Capo di Buona Speranza durante una tempesta: navigare senza meta per tutto il resto della vita. L’unica possibilità di redenzione è trovare una donna che, restandogli fedele per sempre, gli consentirà di ottenere la libertà. Il buon Dalan gli offre la mano della figlia Senta, abbagliato dai tesori che l’Olandese gli fa vedere sul suo vascello. Senta, che è invece amata da Erik, è invaghita proprio dell’Olandese, che lei non conosce di persona, ma la cui storia la affascina e intenerisce, sentendosi da tempo già destinata a lui. Non le sembrerà vero accettare l’Olandese in sposo e realizzare così il sogno della sua vita. La parte più famosa di questo secondo atto è la ballata di Senta, in cui lei racconta alle sue amiche le vicissitudini che hanno portato l’Olandese ad essere condannato nel suo girovagare. Nel Terzo atto, però, l’Olandese dubita della fedeltà di Senta e la ripudia. Disperata, Senta si sacrifica pur di aiutare l’uomo che ama, annegando nel mare: la sua morte per amore libererà l’Olandese dalla maledizione.
Contrastanti i sentimenti che l’opera ha suscitato in me: da una sensazione di maestosità e grandezza, data dalla melodia del tema principale, a quella di enorme tenerezza provata per la povera Senta sia quando narra la sua passione per l’Olandese, sia quando si sacrifica per amore, oltre che di timore ed impotenza al riprodursi della furia crescente della tempesta.
Molto particolare, poi,  la presenza di sole voci maschili in tutto il Primo atto, tra le quali si distingue il coro dei marinai  che mi ha molto affascinata, contrapposto poi al coro di sole voci femminili del Secondo atto, nel quale il racconto della storia del vascello fantasma da parte della protagonista (la ballata di Senta) mi è rimasto impresso per la sua tristezza, ma anche per la passione e l’amore con cui la ragazza narra alle donne la sventura che ha colpito l’Olandese, del quale è già perdutamente innamorata.
Wagner, con il suo stile di composizione, che alterna momenti dolci e delicati ad altri passionali e impetuosi, mi riporta alla mente il pittore van Gogh, il quale, tramite colori vivaci complementari, riesce a ricreare spazi senza fare una fedele e reale riproduzione della realtà. Queste caratteristiche le riscontro sia nell'animo inquieto e tormentato del pittore olandese sia in quello dello scrittore Alessandro Manzoni, che compose il più grande romanzo storico della letteratura italiana, alternando momenti di tenerezza a momenti di riflessione e di tumultuosa descrizione dell’animo umano, proprio come Van Gogh con le sue veloci pennellate e Wagner con le musiche imponenti.

Sara Stornelli, 3F