14 dicembre 2009

Ascoltando Beethoven ...


... con gli alunni di III G.

Se sei lì, seduto su una poltrona in teatro, e odi le meschine note del “destino”, spinto da un’onda sonora che ti vuole allontanare da quel pozzo senza fondo, stai ascoltando la Quinta Sinfonia di Beethoven (Stefano Castellana). La Quinta si scaglia su di noi con molta violenza di suono…(Miriana Ivona). Rappresenta la tragedia dell’implacabile, inflessibile Destino (Mauro Sylos Labini). E’ drammatica, paurosa, lavora ritmicamente e solo su due note; è la lotta dell’Uomo contro il Destino, ma sembra la lotta del Bene contro il Male! (Nicca Ramdhunnee). Il Destino: incognita della vita, instaura paura nell’animo di ogni essere umano, ma può essere sconfitto dalla Forza dell’Uomo (Michele Ranieri). Ci può far vivere nel terrore o nella gioia, ma il Destino della Quinta Sinfonia si esprime con suoni rudi, che ci colpiscono già al primo ascolto (Nicolò Mininni). La cosa che risalta di più dal Primo al Quarto Tempo è che a Beethoven piaceva scivolare fuori da ogni calcolo. Il genio che aveva in testa non lasciava spazio alla carta ed al gusto degli spettatori; ancora oggi restiamo stupiti da ciò che egli ha scritto parecchio tempo fa’ (Daria Miricola).

La Sesta Sinfonia, invece, è un romanzo della Natura (Chiara Marzullo). Composta in campagna, fa percepire all’ascoltatore una dolce quiete, perché scritta con il cuore (Giulia Corniola). Per il suono melodioso degli strumenti, nel Secondo Tempo sembra di essere in una fiaba (Giuseppe Grimaldi). Solo pensando alla campagna ed al ruscello Beethoven riesce ad ottenere suoni morbidi; questo ci fa capire la grande influenza della Natura sul suo animo (Francesco Gasbarro). Poi, d'improvviso, lampi e tuoni: la musica diventa forte e rapida, cupa e lenta (Vito Giorgio Sassanelli). Musica ancora fuori dagli schemi, dalle aspettative fuori dal mondo, con battute personalizzate per una personalissima ed inimitabile Sinfonia (Stefano Castellana). La Natura in tutto il suo splendore, con amore, dialoghi ed impressioni, è la migliore prova vivente della perfezione di Dio (Nicolò Mininni). Nell’ultimo Tempo Beethoven ringrazia Dio per tutto quello che ha creato, sapendo che il ringraziamento è la migliore forma di preghiera (Giulia Loiacono).

Al suono dolce e violento della creazione, l’Universo si forma con la Nona Sinfonia, che unisce in tutta la sua bellezza quel che trova, fino al dolce canto dell’Ode alla Gioia (Claudia Bagnoli). Nell’Adagio è rappresentato l’Amore come forma di Pace (Marcello Guarducci). Nell’Ode alla Gioia c’è presenza divina, potente e maestosa, che unisce l’intera umanità (Giulia Loiacono). Freude e Freunde (Gioia e Amici): due parole che, unite insieme, significano Fratellanza. Dovrebbe essere raccontata in ogni Sinfonia (Nicca Ramdhunnee). Il coro canta ad un’unica voce a simboleggiare l’unità dei popoli (Bibiana Ricco). Il richiamo dei corni annuncia la solenne apparizione divina (Marcello Guarducci).

La musica sinfonica di Beethoven è come una storia d’amore: turbolenta, complessa, difficile (Carla Altomare)


(nella foto: Ludwig van Beethoven (1770-1827)