Ecco la poesia di Giorgia Di Molfetta sui Notturni e la fiaba di Lorenza De Fazio su Silfidi.
Nella notte
si apre una strada,
tutto si addormenta
al colore della luna.
Accompagnato dal vento,
lieve, si posa su due scogliere.
Ora, la strada da fare è del tutto illuminata.
Bisogna solo andare.
Le sette fatine dell'arcobaleno
E’ arrivata la primavera e le sette fatine si svegliano da un lungo sonno. Prendono le loro bacchette magiche e vanno nel bosco. Svegliano i fiori addormentati, svegliano gli alberi che agitano delicatamente i rami per il leggero vento. Incontrano tanti animaletti, fanno chiacchiere allegre, ma il loro compito le attende, e scappano via.
Pian piano tutta la Natura è risvegliata. In lontananza il loro castello si trasforma per la festa della Natura. Il sole è rovente. Le fatine volano in alto e rendono blu il cielo azzurro, poi ridiscendono e invitano la Natura, ormai trasformata, a danzare nel loro castello. La fatina più romantica, danzando dolcemente, scivola su un pezzetto di ghiaccio, che trasforma in un fiore rosa. Giunte al castello dai colori sgargianti si dà inizio alle danze. Fuori, la natura è stupenda. Anche le danze sono sette; ogni fatina apre la sua bacchetta magica e getta un po’ di polvere colorata per tingere l’atmosfera. Una fatina si affaccia alla finestra, vede un fuoco fatuo e lo invita a ballare; così, insieme, aprono una nuova danza. Un’altra si mette a parlare con un uccellino, un’altra ancora con la sua bacchetta magica fa apparire sul tavolo confetti variopinti.
E’ pomeriggio. Le fatine riempiono di polvere magica il ruscello e finalmente concludono le danze con la danza dell’arcobaleno: una dietro l’altra, galoppando i loro unicorni, formano un arcobaleno maestoso che risplende nel cielo azzurro irradiato dal sole.
Lorenza De Fazio, 1G