Verdi e Wagner: due nomi, due civiltà (latina e germanica), due distinte concezioni della finalità che il teatro può e deve raggiungere in un ideale d’arte. Verdi riteneva che la musica dovesse riflettere la realtà e i sentimenti umani. Wagner, invece, nato in un ambiente di grandi tradizioni artistiche e culturali, si ispira nella musica ai miti medievali del suo paese. Malgrado queste differenze, entrambi occupano posizioni di rilievo nella storia musicale mondiale. Verdi, vissuto in un periodo di grandi tensioni politiche, rappresentò con le sue opere l’anelito degli italiani progressisti per la libertà e l’indipendenza dell’Italia. Infatti il Nabucco diventò il simbolo delle aspirazioni dei giovani italiani e tuttora il coro del Nabucco è estremamente popolare e amato dagli uomini, non solo per la melodia, ma anche per il significato che rappresenta. Il Trovatore, ricco di sentimenti umani, è il simbolo della lotta politica italiana di quel tempo: Manrico, il patriota, esprime i sentimenti che la zingara suscita in lui, tanto da sacrificarsi per lei (l’Italia). Il conte di Luna, che parteggia per gli austriaci, è un personaggio meschino ed egoista e provoca la morte di suo fratello. Il mondo di Wagner è molto lontano dalla dolorosa realtà umana di Verdi: infatti il suo è un mondo grandioso di regni sotterranei, tesori nascosti, nani, giganti, fanciulle guerriere e spade invincibili, cioè un mondo mitico di pura fantasia; tuttavia come Verdi, riuscì a interpretare l’aspirazione germanica ad una patria ideale, con sinfonie profonde e toccanti.
Giorgia Di Molfetta, 3 G