Il 28 gennaio 2013 al Cinema Galleria di Bari è stato trasmesso “live” il concerto dell’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano (direttore Daniel Harding). In programma: Marcia funebre massonica di W.A.Mozart, Preludio e Liebestod dal Tristano e Isotta di R.Wagner e il poema sinfonico Vita d’eroe di R.Strauss. Noi eravamo là, immersi nella musica...
La Marcia funebre massonica di Mozart fu scritta in onore di due suoi “fratelli” della massoneria. Per l’esecuzione di questo brano non è stato richiesto un gran numero di strumenti per via del carattere della composizione, che deve infondere tristezza e nostalgia. Il brano si presenta con suoni molto cupi, inizialmente lenti e malinconici, che acquistano vigore e forza durante l’esecuzione fino al crescendo finale. Mozart riesce a non trasmettere la noia del funerale ma trasforma questo triste evento in un glorioso estremo saluto, che riecheggia ancora oggi.
Preludio e Liebestod del Tristano e Isotta (Tristan und Isolde in tedesco) di Richard Wagner racconta una storia d’amore piena di emozioni: quella di Tristan per Isolde, ovvero quella di Richard Wagner per Mathilde Wesendonck, donna che il musicista amava appassionatamente. L’orchestra è composta da un gran numero di elementi per esprimere la potenza del grande amore dei protagonisti. La particolarità di questo brano è la presenza della "tuba wagneriana" dal suono cupo, ideata da Wagner stesso come "colore di collegamento" tra i timbri dei legni e degli ottoni. Questo brano ci ha colpito molto per il fatto che, come nella Marcia funebre di Mozart, il compositore è riuscito a esprimere sentimenti profondi, passionali, eroici e a volte contraddittori in pochi minuti di musica, mostrando grande abilità.
Il terzo brano è stato il più divertente. Richard Strauss compose Vita d’eroe (Heldenleben in tedesco) nel 1898, un poema sinfonico che, assieme al Don Quixote, avrebbe dovuto formare un dittico. Strutturato in sei sezioni, il brano racconta la vita eroica di un uomo e le sue lotte. Grazie ad alcuni elementi è possibile ipotizzare che Strauss ponga se stesso come protagonista della storia. Per noi si possono notare similitudini con la Sesta Sinfonia di Beethoven a dimostrazione che le influenze del maestro di Bonn sono arrivate ai posteri. È una composizione suggestiva che racconta la bellezza della vita che però, purtroppo, prima o poi finisce. Per l’esecuzione del brano è richiesto un vasto organico musicale con percussioni e svariati ottoni. Abbiamo poi avuto l’onore di sentire il suono di uno strumento molto raro e ricercato: un violino Stradivari risalente ai primi anni del 1700, che prende il nome dal suo inventore.
Il brano esordisce con un andamento molto tranquillo che però non durerà per tutta l’esecuzione in quanto si alterneranno pezzi forti a tutt’orchestra con altri eseguiti solo da fiati e archi, poco movimentati. Nonostante la lunga durata, questo brano riesce a travolgere lo spettatore. Il concerto è stata un’ottima occasione per entrare in contatto con la musica dei grandi compositori d’epoca. In futuro potrebbe divenire un’occasione perfetta se ascoltata in un vero teatro in grado di farti sentire parte della composizione.
Luca Chionna, 3F
Giovanni Annicchini, 3F