2 marzo 2013

2013. Buon compleanno, Wagner!


La musica tedesca da quella italiana si è sempre distinta nel corso dei secoli. In Italia l’Opera lirica a teatro era strutturata tra arie e recitativi. Wagner criticava questo tipo di melodramma perché troppo ricco di musica e povero di dramma. Per lui allo spettacolo teatrale non doveva mancare niente: doveva essere ricco di dramma, musica, poesia, effetti scenici. Così delle sue opere scrisse personalmente tutto (parole, musica e scenografia) e, in Baviera, si fece costruire un apposito teatro dotato di avveniristici effetti, un teatro adatto scenicamente alle 16 ore dell’Anello del Nibelungo, un teatro nel quale la grande orchestra travolge lo spettatore per renderlo partecipe dell’azione drammatica.
Se noi ascoltassimo un brano di Verdi ed uno di Wagner senza sapere di chi sia la musica, arriveremmo subito alla risposta: hanno melodie diverse ma soprattutto melodie che musicano personaggi diversi. Con Verdi pensiamo subito ai grandi cori che aiutano la musica ad essere ancor più spettacolare di quella che realmente è, perché per Verdi il coro è il Popolo d’Italia e la sua musica non ha limiti sociali; oppure pensiamo ai personaggi-vittima, senza collocazione storica ma pieni di carica umana. Wagner invece non ha bisogno dei cori perché i suoi personaggi, i suoi eroi unici ed invincibili, sono abbastanza forti da poter trasmettere messaggi da soli. Come Parsifal, che lotta e vince contro ogni forza del Male.

Luca Chionna, 3F (verdiano)
Giovanni Annicchini, 3F (wagneriano)