6 dicembre 2013

Beethoven... i nostri pensieri

Beethoven diede una svolta alla musica e compose temi mai sentiti prima. Aprì le porte al Romanticismo del turbamento (Mariagrazia De Peppo). 
La musica di Beethoven può essere definita “dal doppio volto”, proprio come lui. Da un lato c’è lo scontroso tedesco, fervente romantico, dall’altro, invece, c’è un uomo gentile e devoto a Dio (Francesco De Fazio).
Beethoven esprime nelle sue opere le emozioni umane, le passioni, i sentimenti. Così si afferma la soggettività dell’individuo e la natura è grande ispiratrice (Michele Coscia).
Con Beethoven nascono opere straordinariamente espressive, romantiche, nelle quali il musicista esprime se stesso, il suo dolore, la sua euforia e i suoi ideali (Rosa Anna Fiorenza).
Beethoven visse tra il 1770 e il 1827. Fu l’ultimo musicista dell’età classica e il primo del Romanticismo, anche se nelle sue opere non esprime solo sentimenti ma mette in musica romanzi (Martina Catapano).
Beethoven per me è stato uno degli artisti fin’ora studiati che mi ha suscitato inquietudine ma allo stesso tempo forza per andare avanti. La sua musica non è matematica ma letteratura (Stella Chiapperino).
La musica di Beethoven ha il potere di commuovere e incantare coloro che la ascoltano (Serena Turi).
La musica di Beethoven è forte, possente e bellissima; vuole quasi descrivere una natura forte e un Dio possente e padrone del Creato (Doriana Tisti).
Beethoven creava veri capolavori. Le sue composizioni sono tenebrose, imponenti, adirate con la vita e mi piacciono per il senso di maestosità che riescono a trasmettere (Donato De Nicolò).
La musica di Beethoven è molto particolare. Mi piace per il suo stile forte ma equilibrato, che mantenne anche dopo la sua sordità. Lo preferisco a Mozart (Antonio De Candia).
Beethoven componeva musica capace di trasmettere molte emozioni e di coinvolgere tutto il pubblico che lo ascoltava. Era un artista davvero degno di questo nome! (Maria Teresa Santamato).
La musica di Beethoven è una musica che è riuscita a rivelarmi l’Ottocento (Davide Arigliano).