La corte
dei reali di Londra fu una delle tante corti europee che volle imitare i fasti
di Versailles a cominciare dalla musica sull’acqua, quando gruppi di strumenti
venivano posti in grandi barche sul fiume Tamigi. Molte musiche per quella
corte furono scritte da Georg Friedrich Haendel, musicista tedesco dal vistoso
parruccone, che per re Giorgio lavorò a lungo. La Musica sull’acqua di
Haendel, nella quale abbiamo distinto archi, ottoni e clavicembalo, è ritmata,
allegra nel flusso continuo delle note e squillante, grazie al suono degli
ottoni, di gran moda già dal barocco francese di Lully. Haendel però, a
differenza di Lully, seppe creare armonie più complicate.
Nel 1748, per
festeggiare la pace di Aquisgrana che poneva fine a otto anni di guerre,
Haendel compose in grande allegria la Musica per i reali fuochi d’artificio.
E’ una suite composta da molti brani, che dovevano essere suonati all’aperto.
Anche qui Haendel dispose l’orchestra in barche sul Tamigi per ottenere, nel
dialogo degli strumenti, un effetto di eco (per esempio, suonano gli ottoni e
rispondono i violini...). L’inizio è brillante, quasi comico, ma poi la musica
diventa sempre più forte e ritmata. Vengono valorizzate le percussioni che
danno l’avvio ai fuochi: botti e tamburi, luci e tanta allegria... e non
possono mancare i minuetti. Momenti eleganti si alternano a ritmi forti ma la
musica non esprime nulla. E’ stata creata per intrattenere i cittadini, è
vigorosa ma fredda, a differenza della musica di Antonio Vivaldi, contemporaneo
di Haendel, che invece riesce ad esprimere stati d’animo ed emozioni.
Donato Bruno, 2G
Federica Schirone, 2G