28 dicembre 2012
Attraversando la Sesta
24 ottobre 2012
Mozart e la Musica sacra. Requiem K.626
7 giugno 2012
Giovani artisti all'Opera!
26 maggio 2012
Pink Floyd: Dark side of the Moon
10 maggio 2012
Angoli di Poesia. Notturni di Chopin
9 maggio 2012
Chopin: Notturni in musica...
8 maggio 2012
Chopin, Notturni in sogno...
5 maggio 2012
Chopin: Notturni nella notte...
4 maggio 2012
Chopin: Notturni, tra cielo e terra...
3 maggio 2012
Chopin, è primavera?
3 aprile 2012
Tra Napoli e Vienna
Giovanni Paisiello, nato a Taranto nel 1740 e morto a Napoli nel 1816, era un famoso musicista del 1700 che si spostò a Napoli per diventare Maestro di Corte Reale. Insieme a Niccolò Piccinni, musicista barese suo contemporaneo, compose varie opere di musica comica come la cantata Il maestro e i suoi due scolari, che abbiamo ascoltato dal Collegium Musicum a Bari, sotto la direzione del maestro Rino Marrone. La Cantata ha per protagonista il talentuoso avvinazzato maestro Gasparo Bunizoga e le sue due allieve che hanno ormai disimparato a cantare. Solfeggiano e cantano insieme tra liti, rimproveri e stecche (musicali, naturalmente!). La musica è vivace, divertente, allegra, praticamente ... comica! Paisiello compose la Cantata a Vienna, tappa di ritorno dalla corte di S. Pietroburgo. A Vienna incontrò Mozart, il giovane musicista-prodigio, geniale compositore di Sinfonie, che conosceva già la musica di Paisiello dal tempo del suo lungo viaggio in Italia. Ci chiediamo: quanto Mozart apprese da Paisiello? la sua musica sarebbe stata così vivace e movimentata senza aver ascoltato le composizioni comiche del musicista di Taranto? Perfino le sue Sinfonie risultano divertenti, come la brillante Sinfonia K.201, esilarante nei suoi 4 tempi (Allegro, Andante, Minuetto, Allegro con spirito), scritta a soli 18 anni per un’orchestra di archi con 2 oboi e 2 corni. La musica doveva essere una grande passione nel 1700 e coloro che la ascoltavano rimanevano forse sbalorditi, stupiti dalla bravura dei compositori che trasmettevano gioia e allegria. Forse per questo nel 1700 la musica era così diffusa e amata.
Francesco De Fazio, 1 G
Davide Dentamaro, 1G
14 marzo 2012
Wagner contro Verdi
Il suo pensiero: Musica è Arte pura.
La sua musica: espressione dell'”inesprimibile”, ciò che non possono esprimere le parole. Il periodo musicale è esteso, ogni nota tende a scorrere senza far mai avvertire la fine: un flusso sonoro continuo, che Wagner amava chiamare “melodia infinita”. Vi si alternano strumenti e temi, motivi musicali ricorrenti del discorso drammatico (Leitmotive), legati a personaggi, stati d’animo, pensieri, passioni. Servono a commentare gesti e situazioni là dove le parole non sono sufficienti.
La sua orchestra: grande per un pubblico colto e ristretto.
Verdi rientra tra i più gradi musicisti della storia della musica. I suoi melodrammi fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. Verdi partecipò attivamente alla vita politica del suo tempo, anche se alla fine emerse una certa disillusione nei confronti della nuova Italia unita, che non era all’altezza delle sue iniziali aspettative.
Verdi fu il simbolo della lotta per l’unità d’Italia. Fu infatti l’unico musicista disposto ad utilizzare le sue opere (Nabucco, Lombardi alla prima Crociata, Ernani) come propaganda politica. Dopo il 1848 anche le opere teatrali furono soggette a censura ma Verdi non si arrese e continuò a comporre opere “mascheratamente” politiche, come Trovatore.
Il suo pensiero: Patria e Libertà tramite Rivoluzione: chi muore per la Patria compie un gesto eroico. La Musica deve riflettere la Storia.
La sua musica: la struttura della melodia è semplice e spontanea, cellule ritmiche ripetute alla fine di ogni periodo e motivi conduttori rendono tutto molto orecchiabile. Musica, testo e “messaggi” semplici e chiari.
La sua orchestra: piccola per un pubblico grande!
Lorenza De Fazio, wagneriana, 3G
Monica Di Somma, verdiana, 3G
10 marzo 2012
Quando la musica racconta...
Sara Cifarelli, 3G
9 marzo 2012
Ideale di Patria
Verdi e Wagner: due nomi, due civiltà (latina e germanica), due distinte concezioni della finalità che il teatro può e deve raggiungere in un ideale d’arte. Verdi riteneva che la musica dovesse riflettere la realtà e i sentimenti umani. Wagner, invece, nato in un ambiente di grandi tradizioni artistiche e culturali, si ispira nella musica ai miti medievali del suo paese. Malgrado queste differenze, entrambi occupano posizioni di rilievo nella storia musicale mondiale. Verdi, vissuto in un periodo di grandi tensioni politiche, rappresentò con le sue opere l’anelito degli italiani progressisti per la libertà e l’indipendenza dell’Italia. Infatti il Nabucco diventò il simbolo delle aspirazioni dei giovani italiani e tuttora il coro del Nabucco è estremamente popolare e amato dagli uomini, non solo per la melodia, ma anche per il significato che rappresenta. Il Trovatore, ricco di sentimenti umani, è il simbolo della lotta politica italiana di quel tempo: Manrico, il patriota, esprime i sentimenti che la zingara suscita in lui, tanto da sacrificarsi per lei (l’Italia). Il conte di Luna, che parteggia per gli austriaci, è un personaggio meschino ed egoista e provoca la morte di suo fratello. Il mondo di Wagner è molto lontano dalla dolorosa realtà umana di Verdi: infatti il suo è un mondo grandioso di regni sotterranei, tesori nascosti, nani, giganti, fanciulle guerriere e spade invincibili, cioè un mondo mitico di pura fantasia; tuttavia come Verdi, riuscì a interpretare l’aspirazione germanica ad una patria ideale, con sinfonie profonde e toccanti.
Giorgia Di Molfetta, 3 G
4 marzo 2012
Schiaccianoci in poesia
un pupazzetto di pizzo
fa sognare una bambina
di nome Martina.
Lo zucchero diventa neve
e ballando si posa sulle mele.
Il cioccolato
leggiadro e caramellato
si innalza.
E Martina danza.
I chicchi prendon vita
e il caffè ballando
invita Martina a cantar con loro
un brano intitolato: “I chicchi d’oro”.
Si son fatte già le cinque
e Martina, come me,
beve un the con biscottini
buoni e carini
come piccoli pulcini.
I dolci in quantità
volan dal tavolo con velocità
allegri e salterini
come bravi ballerini.
Invadono la casa
sette marionette
con scarpe strette strette
simpatiche e divertenti
come piccoli serpenti.
E’ arrivato il gran finale.
Martina si risveglia...
...è Natale!