18 marzo 2009

Maestro Beethoven, permesso?


Ludwig van Beethoven andò poi a vivere a Vienna.
E noi, ad intervistarlo, inviamo Jacopo Regina, alto, biondo …molto viennese. Vai, Jacopo, ma attento! Beethoven non è un tipo facile. Non farlo innervosire!
E …grida!

Vienna 1814. Sono appena iniziati i lavori del Congresso. Mi reco da Beethoven per raccogliere notizie e rivivere le tappe di un’esistenza non comune. La casa è elegante. Dall’altra stanza si odono le note morbide di un piano. Ed eccolo, Beethoven, arcigno più che mai, dirigersi verso di me. Bruscamente mi ordina di sedermi.
Pur frastornato dal viaggio, comincio a parlare.
Buongiorno signore, è pronto per questa intervista?
Come?? Ho perso la vista?? Come si permette!!!
No, no, mi ha frainteso! Le ho chiesto se E’ PRONTO PER QUESTA INTERVISTA???
Ah, sì, sì, certo … l’intervista.
E’ vero che fin da piccolo ha mostrato talento per la musica?
Sì, è vero, ma sarebbe stato meglio se così non fosse stato. Quel caratteraccio di mio padre mi ha costretto a proseguire gli studi di musica per farlo diventare ricco. Ma tu guarda se è normale questo mondo!!!
Però, anche lei non è diverso da suo padre. Basti vedere come mi ha trattato prima!
Lei è davvero sfacciato. Si rende conto chi ha di fronte? Veda di concludere in fretta questa inutile intervista! Ho altro da fare!
Quando ha avuto inizio la sua carriera?
Avevo 14 anni quando sono diventato maestro di corte a Bonn. Ma quel lavoro è durato poco. Continui litigi con tutti! Non ce la facevo più a lavorare in quel modo! Mi è scappato anche qualche calcio, maldestro ma meritato.
(E poi il maleducato sarei io!)
Come? Non riesco a sentirti bene, ragazzo! La prossima volta che mi intervisti, portami dalla tua epoca qualche apparecchio acustico per le mie povere orecchie, qualcosa di moderno!
O.K! Provvederò. Comunque non avevo detto niente! Lei è stato allievo del grande Mozart, vero?
E sì sì … grande uomo era lui … non finirà mai di mancarmi.
Infatti, per rendergli onore, si è limitato a copiare la sua maniera di fare musica … vero?
Non ho copiato un bel niente! L’ho solo imitata … che ragazzo sfacciato!!!
E’ vero che lei è diventato famosissimo dopo il suo enorme problema all’udito?
... non ricordarmelo … volevo uccidermi!! impiccarmi!! ma la corda si è spezzata e ho pensato che fosse stato un segno di Dio: la PROVVIDENZA DIVINA. E così ho incominciato a comporre senza affidarmi troppo all’udito e sono diventato quello che sono ma SENZA copiare Mozart.
Cos’è per lei la musica?
E’ l’unico modo per mettermi in contatto con il mondo esterno. L’unica vera forma di espressività.
Scusi, senza offesa … come fa a parlare così bene con me?
Non ti sei accorto di tutte le difficoltà che sto avendo per ascoltarti!!! Screanzato di un ragazzo! E’ ancora lunga l’intervista?
No, no, affatto, solo qualche altra domanda. Quali opere non ricorda con simpatia? E quali le diedero la fama?
Non mi piace ricordare la Terza Sinfonia, l’Eroica, dedicata a Napoleone, perché quel bellimbusto non è stato degno della mia grande opera. Quelle che amo di più sono la Quinta e la Sesta Sinfonia. Ma so già che la migliore sarà la sinfonia con l’Ode alla Gioia di Schiller, grande poeta! Un vero inno alla Pace in questa pazza Europa guerrafondaia!
Mi spiega perché, nelle sue opere, dopo quei bei suoni dolci mette sempre, improvvisamente, quei suoni forti, cancellando di colpo tutta l’armonia precedente, come in un’arrestabile forza malvagia? Fa venire la pelle d’oca. Ma lei ... è pazzo???
Basta! siete sempre i soliti italiani insensibili e maleducati. Questo è il mio stato d’animo. E anche se sono anziano, sono ancora capace di tirarti un calcio dove ti meriti!!!
Mi scusi. Non lo dirò più. In conclusione, parliamo dell’amore. Cosa mi dice dei suoi amori?
Ti dico solo che sono stato sempre single e ora di te ne ho abbastanza.
O.K. Abbiamo terminato. Buona giornata!
Finalmente! Mi raccomando …si ricordi di mandarmi uno di quegli apparecchi … per l’udito!
Cerchèrò di accontentarla … Auf wiedersehen!

Jacopo Regina 3G